Dio non può avere frammenti,
solo l’uomo ha il potere di spezzarsi.
Il ritardo con cui mi accingo a scrivere questa recensione è figlio, anzi no è Padre: nel senso che è autore di quelle che sono delle emozioni che conserverò per sempre. Ma questi discorsi esulano il contesto letterario e al fondo della recensione ne capirete l’origine.
Questo Romanzo è stato il mio primo e-book in assoluto, la goWare casa editrice digitale mi ha supportato nel #Progetto52 portando alla mia attenzione il lavoro di Laura Costantini e Loredana Falcone; un giallo scritto a quattro mani e probabilmente centinaia di ore di ricerca per quello che posso serenamente reputare un Thriller curato in ogni dettaglio, dalla scrittura alla caratterizzazione dei personaggi quanto alle nitide atmosfere dal sapore medio-orientale.
Due donne che scrivono una spy-story. È facile immaginare uomini abili e dal carattere ben delineato, è così è: Il colonnello Demedici ed il Maggiore Landi sono Romani, addestrati, efficienti e indubbiamente affascinanti. Sono militari, ma rivelano attraverso un dialogo in bilico sul filo dell’amicizia e del rispetto dei ruoli, la difficoltà di far trasparire i sentimenti a scapito dell etica professionale.
Donne che scrivono di donne.
La vera chiave di volta di questo mistero “digitale” è la grandezza delle due figure femminili che si muovono tra l’interlinea e l’immaginazione del lettore: Sumitra e Nesayem.
non sono “amiche”, vengono da due parti del mondo distanti migliaia di chilometri, quello che le unisce è il fatto stesso di essere tessere di un puzzle, e che seppur consapevoli o meno della loro importanza in questo rompicapo, hanno dalla loro due storie incredibili ambientate in luoghi e tradizioni che vengono gradualmente svelati.
Posti come il Nepal o il deserto del Sahara, popolazioni sperdute nel tempo, i Berberi, una lingua che rischia l’estinzione così come il suo popolo, Roma, una caccia internazionale a tessere di pietra grandi quanto un tavolo da pranzo ed un Planisfero composto da 348 di queste ultime; un mosaico, un Puzzle di Dio che sembra giungere a noi direttamente dalle epoche preistoriche ma che custodisce un messaggio cupo e sinistro…quasi quanto la Bassa vercellese e i suoi scheletri nascosti in piscine di cemento.
In tutto questo, quasi non bastasse ci sono da aggiungere ancora un paio di elementi degni di nota, un agente Americano tendenzialmente sociopatico e sanguinario: Mister Liberty, e due all’apparenza felici innamorati Saro e Daniel che fanno del loro amore il perfetto rifugio da una vita di soprusi e intolleranza ma che nasconde qualche cosa di ben più premeditato e definitivo.
Nonostante la mole di informazioni e personaggi dove facilmente ci si sarebbe potuti perdere o creare un continuo e fastidioso rimbalzo tra le parti, è stata vincente l’attenta analisi e costruzione dei capitoli ed in questo il mio plauso va a chiunque abbia optato per una costruzione così organica e funzionale della storia rendendola piacevole e fruibile.
Il lavoro di ricerca sia storico che geografico hanno contribuito a trasformare un intreccio tutto sommato “semplice” in un impianto narrativo complesso e stratificato.
Forse in conclusione manca un po’ di originalità ma il rischio di rovinare tutto in modo grossolano e incoerente ha giustamente posto un freno alla fantasia privilegiando la storia, che come sempre è la sola, in questi casi, a contare.