Ci sono libri in grado di sorprenderti per la loro capacità di trascinarti in un mondo del tutto coerente con quello in cui viviamo, dove tutto è possibile. Questi libri hanno un segreto nel loro DNA, ovvero un soggetto convincente e un intreccio narrativo perfetto, uniti al talento narrativo e alla capacità di documentazione degli autori. Un lavoro immenso, quest’ultimo, che consiste nel passare settimane, mesi e a volte persino anni alla ricerca di notizie, fatti, documenti, oggetti, leggende, storie, curiosità, alla ricerca a volte solo di un dettaglio, di qualsiasi cosa possa essere utile a scrivere un romanzo capace di rapire il lettore e convincerlo che ciò che sta leggendo è non solo plausibile e verosimile, ma forse addirittura vero. Il diavolo sta nei dettagli, a quanto pare.
Il Puzzle di Dio, il thriller di Laura Costantini e Loredana Falcone, è uno di questi libri. I servizi segreti del mondo intero sono alla caccia di un immenso mosaico composto di 348 giganteschi tasselli di pietra, che nascondono un mistero antico quasi come il mondo, disseminato nei cinque continenti. Si capisce dai pochi pezzi ritrovati che si tratta di una mappa incredibilmente precisa, una sorta di fotografia tridimensionale della Terra come appariva 120 milioni di anni fa, ma si ignora del tutto chi ne possa essere stato l’artefice. La persona che più si avvicina a una prima comprensione del processo di decifrazione, non alla soluzione, viene uccisa nel corso di uno scontro tra servizi segreti. A quel punto, nessuno sembra più in grado di decifrare il messaggio che il mosaico nasconde. La sola traccia storica che allude a questo mistero è contenuta in un documento lasciato dal gesuita Ippolito Desideri, missionario sugli altopiani dell’Himalaya nel 1700, il solo a parlare del numquam mortuo nondumque nato daemonio, il demonio mai morto e non ancora nato. È da qui che riparte la caccia degli uomini di Demedici.
L’intreccio narrativo de Il puzzle di Dio è talmente avvincente da far passare a volte quasi in secondo piano le bellissime descrizioni dei paesaggi che si susseguono nel corso dei frenetici viaggi tra Roma, Nepal, Marocco e Torino, luoghi che assistono allo scontro tra diverse concezioni dell’umanità, tra la sete di conoscenza e quella di potere di singoli individui e di interi apparati degli Stati contrapposti, tra ansia di libertà e rinuncia al libero arbitrio esaminati come possibilità concrete, uno scontro che offre l’occasione a molti di dare libero sfogo agli istinti più bassi, come il tradimento e la vendetta, in un susseguirsi di colpi di scena.
Il puzzle di Dio affascina per questa sua capacità di scrutare le profondità del cielo e degli inferi, di indagare alto e basso di uomini e cose, di contrapporre l’abbondanza e la privazione, mentre si succedono ambientazioni, atmosfere e paesaggi che danno il senso della presenza fisica del lettore in quei luoghi, dove lo scontro tra opposti non riguarda solo gli uomini con le loro crudeltà e le loro fazioni, ma la stessa natura, il tempo e lo spazio, lanciati insieme ai personaggi alla ricerca di qualcosa che non dà loro tregua. Un mistero, quello del mosaico, che non rappresenta solo la possibile fine dell’umanità e del suo modo non più sostenibile di concepire il pianeta unicamente come risorsa da sfruttare fino all’esaurimento, ma anche la necessità di una visione unitaria, più spirituale, della nostra madre Terra.
Mentre gli uomini si ammazzano tra loro, senza riuscire a parlarsi e a mettersi insieme per arrivare a una soluzione, le donne, metafora del mondo e della storia, forniscono più efficaci chiavi interpretative del mistero: due profetesse, nell’arco della loro evoluzione personale e umana, indicano delle possibilità, delle alternative alla catastrofe, alla fine inevitabile che sovrasta e minaccia l’umanità. Gli uomini e le loro illusorie convinzioni di potenza e sogni di immortalità, riusciranno a cogliere le loro indicazioni e giungere ad una soluzione?
Un libro di altissimo livello, che merita assolutamente una capillare distribuzione in libreria, in Italia e all’estero, ed è ora che qualche editore se ne accorga.