Recensione Il puzzle di Dio – Da La zitella felice

Da La zitella felice

Ho vinto questo libro ad un concorso sulla pagina di Laura Costantini. In realtà in palio c’era “Il Destino attende a Canyon Apache”, ma siccome io l’avevo già (e l’ho recensito QUI), ho potuto fare uno scambio. Ero curiosissima, ma ci ho messo un po’ a leggerlo perché ho intuito subito che questo era uno di quei romanzi che non puoi mollare quando lo apri…e quindi ho dovuto aspettare di essere in vacanza per affrontarlo.

Con un po’ di ritardo, quindi, eccomi per dire la mia.

Come primo pensiero, il lettore potrebbe credere di avere a che fare con una storia alla Dan Brown. L’impianto, riassunto in tre righe, potrebbe ricordare uno dei suoi bestseller: agenti segreti che indagano su un misterioso mosaico creato milioni di anni fa e che reca con sé una terribile maledizione. Come decifrarlo? Ma, soprattutto, chi l’ha creato?

Ebbene, scordatevi Dan Brown e la sensazione di “già visto, già sentito”. “Il puzzle di Dio” è un romanzo sorprendente e incredibilmente avvincente. Divertente, oserei dire, sebbene lo spazio all’umorismo sia ben poco.

La storia si snoda appunto attorno ad un mosaico le cui tessere pesano quintali e sono sparse per il mondo. I servizi segreti internazionali sono alla loro spasmodica ricerca, perché da un messaggio contenuto negli archivi vaticani, pare che le tessere insieme compongano un avvertimento che potrebbe evitare una minaccia mortale, in particolare rivolta all’Italia. Ma ci sono molti altri misteri. Il mosaico, infatti, è vecchio di 120 milioni di anni, praticamente creato durante l’era dei dinosauri. Come è dunque possibile? Chi sono gli autori?

Al colonnello Lorenzo Demedici (ah ah genitori fantasiosi!) e al suo vice e amico Mattia Landi tocca una ricerca avventurosa che parte da Roma e tocca il Nepal ed il Marocco dove risiedono le due uniche donne che possono aiutarli a sciogliere il segreto: Sumitra Naral, la custode, e Nesayem Imthital, l’interprete del complicato alfabeto con cui il mosaico è decorato. Le due, dotate di straordinari poteri, sono insieme la chiave per la salvezza di questo mondo e devono perciò essere protette, in special modo dal cadere nelle mani dei servizi segreti americani, capitanati da un vero e proprio fanatico, detto ironicamente Mister Liberty.

Laura e Loredana ci trasportano in un mondo che sembra non avere confini, su montagne ricche di lussureggiante vegetazione, attraverso deserti crudeli, in città colorate e profumate di spezie…un giro del mondo totalmente affascinante nella sua varietà e precisione dei particolari, che stravolge e strega. E, quasi in sottofondo, è narrata una storia diversa, una storia che parla di discriminazione e terrorismo, di tristezza e grigiore che può sfociare in un odio cieco e quindi rappresentare una vera e propria maledizione…quindi il tutto è quanto mai tristemente attuale.

I quattro protagonisti lottano con le unghie e con i denti contro un nemico crudele. Se devo trovare un difetto al libro è forse nella descrizione un po’ troppo manichea di Mister Liberty, il quale è un  soldato americano ottuso e sadico. Cosa che sa un po’ di stereotipo. Per fortuna, i quattro eroi non sono così “eroici” ed è attraverso i loro dubbi che il lettore può avvicinarsi al mistero del Puzzle e trovarlo plausibile. Anche se esso è molto distante da ciò che sembra inizialmente.

La domanda “Chi ha creato il Puzzle di Dio?” ci accompagna fino all’ultima pagina, grazie anche ad uno stile che svela e non svela. Il finale è…aperto. Un po’ triste. Infatti mi sono lagnata con Laura. Mi ero affezionata ai personaggi come fossero miei amici e quindi mi è dispiaciuto che…no, non ve lo posso dire, vi toglierei l’immenso piacere di leggere questo libro, cosa che ASSOLUTAMENTE vi consiglio di fare al più presto.

Lascia un commento